La merce (in)venduta piange... e anche io.
Tutta questa roba dalle magnifiche proprietà e dagli innegabili poteri magici, una parte la uso e una parte la butto. E ripenso con nostalgia all'infanzia, quando gli oggetti avevano un'anima e un tappo di coca cola, un mozzicone di matita e una gomma potevano fare amicizia e vivere felici nel mio portapenne.
Ma la dimenticanza va molto oltre. Perché c'è stato un tempo, e soprattutto un luogo, in cui gli oggetti non si sentivano rifiutati; ma colti dallo sguardo dell'Artista che c'è in ognuno di noi tornavano a nuova vita e ormai liberi dallo svilente concetto di utilità perduta concedevano Bellezza a chi sapeva vederla. C'è stato un tempo, e soprattutto un luogo, in cui il cellophan non ingabbiava formaggi, salumi e libri per giunta; ma sventolava cambiando colore in base allo sfondo, mostrandoci il mondo come nella pellicola di un film.
Questo luogo ricordo e lo rivoglio.